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A capo

Communication

Imponderabile e soggettivo. Me verso San Paolo

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Le prime settimane di aprile

Trasformazione che pare una guarigione perché il dolore cessa, anche quello fisico.

 

Quel viola a grappoli.

Si resta un po' muti.

 

Non possiamo realizzare una situazione statica, ferma, immobile, perchè sarebbe la morte. Allora ci muoviamo senza sosta per correre verso la morte.

 

Ora. Io sono pienamente d'accordo quando si dice che ci si deve preparare nel frattempo, in tutto questo tempo, perchè certe scoperte sulla realtà delle persone - che persone ed esseri umani lo sono in tutto il loro arco di vita e in ogni luogo di questa terra - sono ormai avvenute e il lavoro successivo è fatto di disaccordi possibili, di corse sfrenate, di picchi d'ansia e poi pure di sfiducia... che portano all'irrealtà di certi pensieri. C'è anche questo.

 

Io resto in un mutismo davanti ad alcune cose e dopo sale solo un pensiero alla bocca: ''Una cosa bella così non sta in nessun altra parte del mondo''. E no che non basta lo studiare silenzioso, eccome se non basta. Non basta davvero. E sembra prendere più forza da qui quella frase, ''Una cosa bella così - te lo giuro – non sta da nessun altra parte del mondo''. Magari si scelgono angolazioni diverse, distanze o quel che è, per dare il giusto tono a una frase del genere.

 

Poi penso anche che è una corsa verso la morte. E arrestarmi in un punto, come se fossi in corsa verso la parola fine tanto ambita, è facile.

 

Il viola a grappoli fa un mutismo che non lascia percepire espressione del viso.

Io quando l'ho visto con gli occhi di qualcun altro, quel viola sembrava dire della guarigione che porta alla fine di un dolore, anche fisico. Bisognerà (sempre più) parlarne e non farsi trovare impreparati rispetto a quanto è successo intorno a noi, studiare ancora, la solitudine la prendo sotto braccio e ''no, ti garantisco che non basta. Sto ad ascoltare il viola, a tenere il filo perchè so di come si salgono le scale e so che non sarebbe mai più-ora la stessa cosa di prima, dopo che sia stata cambiata la fisica di qualcosa''.

 

Io in questa ricerca ci sto dentro, sto a studiare questa corsa verso la morte, la storia di quelli che sono arresti più pericolosi della morte stessa. Sto a guardare come alcuni abbiano fatto presto a scegliere altro e a fingersi soddisfatti (ché poi il fingersi insoddisfatti è la stessa identica cosa).

 

Qui si parte a frotte, delegazioni di adolescenti ed educatori, per partecipare all'VIII Conferenza Statale dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. E' coinvolto tutto il Brasile, 27 stati, e con Vira ne stiamo seguendo la copertura stampa di ben 16. Da aprile a maggio le tappe statali. Poi arriverà luglio e Vira sarà ancora in prima linea per l'evento nazionale conclusivo della Conferenza.

 

Volano domande tipo: cosa cambieresti... e come lo faresti?

 

http://www.youtube.com/watch?v=RVnGGAfkFXU&feature=BFa&list=UU2DLeKTIFUukA6q91712etg&lf=plcp

 

Io li guardo, mi guardo, vi guardo.

Sto con i libri di fisica del pensiero, del linguaggio in mano, la schermata del pc sempre illuminata, seguo tutto, ascolto, poi ogni tanto mi colpisce il viola e l'idea di cosa posso essere, delle altre scoperte possibili.

Mi arresto su una linea di tempo, inciampo su qualche gradino, capita anche di dormire per terra. Altre volte capita di non dormire. Ma sono sempre più certa che ci sia un vocabolario nuovo tra le mani, e ora serve la nostra storia per leggere gli occhi di chi ci passa davanti. Alla confusione di certe immagini e di certe relazioni, potessi, metterei una fine. E' un piacere che tenta. Ma se riuscissi, forse arriverei a un arresto che non ha niente di naturale, niente di natura umana.

 

Resta da dire che una cosa bella così non sta da nessuna parte del mondo e che – forse – me lo potevo anche immaginare. E ormai non bastano più i libri e lo studio in solitaria. La validità di certi rapporti dà un senso a quel viola.

La salita nuova di certe scale.

 

Un grande enorme immenso abbraccio da qui, con tutta la mia incorreggibilità e intransigenza... e riconoscenza per la tua.

 

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