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A capo

Communication

Imponderabile e soggettivo. Me verso San Paolo

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contro l'invidia ma anche contro l'odio

http://www.youtube.com/watch?v=a_tW9WJUVdw

''Benchè non possiamo indovinare il tempo che sarà, possiamo avere almeno il diritto di immaginare come desideriamo che sia.

Le Nazioni Unite proclamarono le grandi liste dei diritti umani, tuttavia la stragrande maggioranza dell’umanità non ha altro che il diritto di vedere, udire e tacere.

Che direste se cominciassimo a praticare il mai proclamato diritto di sognare? Che direste se delirassimo per un istante? Alla fine del millennio puntiamo lo sguardo oltre l’infamia per indovinare un altro mondo possibile.

L’aria sarà pulita da tutto il veleno che non venga dalle paure umane e dalle umane passioni. La gente non sarà guidata dall’automobile, non sarà programmata dai calcolatori, né sarà comprata dal supermercato né osservata dalla televisione. La televisione cesserà di essere il membro più importante della famiglia.

La gente lavorerà per vivere invece di vivere per lavorare.

Ai codici penali si aggiungerà il delitto di stupidità che commettono coloro che vivono per avere e guadagnare invece di vivere unicamente per vivere, come canta il passero che canta senza saper di cantare e come il bambino che gioca senza saper di giocare.

In nessun paese verranno arrestati i ragazzi che rifiutano di compiere il servizio militare, solo quelli che vorranno compierlo.

Gli economisti non paragoneranno il livello di vita a quello di consumo né paragoneranno la qualità della vita alla quantità delle cose.

I cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere cucinate vive.

Gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi.

Il mondo non sarà più in guerra contro i poveri, ma contro la povertà e l’industria militare sarà costretta a dichiararsi in fallimento.

Il cibo non sarà una mercanzia né sarà la comunicazione un affare perché cibo e comunicazione sono diritti umani.

Nessuno morirà di fame perché nessuno morirà di indigestione.

I bambini di strada non saranno trattati come spazzatura perché non ci saranno bambini di strada. I bambini ricchi non saranno trattati come fossero denaro perché non ci saranno bambini ricchi.

L’educazione non sarà il privilegio di chi può pagarla e la polizia non sarà la maledizione di chi non può comprarla.

La giustizia e la libertà, gemelli siamesi condannati alla separazione, torneranno a congiungersi, ben aderenti, schiena contro schiena.

In Argentina le pazze di Plaza de Mayo saranno un esempio di salute mentale, poiché rifiuteranno di dimenticare nei tempi dell’amnesia obbligatoria.

La perfezione… la perfezione continuerà ad essere il noioso privilegio degli dei.

Però in questo mondo, in questo mondo semplice e fottuto ogni notte sarà vissuta come se fosse l’ultima ed ogni giorno come se fosse il primo''.

 

Non che mi sia ‘dimenticata’… ma stamani ho trovato il mio a capo qui. Le conosco a memoria queste parole di Galeano, ma risvegliata da ricordi piuttosto che da sogni, ho pensato – ma senza pensarlo veramente – che dovessi finire qui un’altra volta.

Tra i mestieri che quest’uomo ha fatto nella sua vita c’è pure quello di messaggero. Ora… cosa si può portare dietro una parola come ‘messaggero’ e quante strade può farci immaginare di percorrere? Sono sempre la stessa bambina che si lascia incantare dalla poesia di una parola così e dall’umanità di quanti la scelgano. Mi perdonerete, amandomi per questo.

Tra i titoli delle opere scritte da Galeano c’è anche El libro de los abrazos, (un libro degli abbracci?),  Bocas del Tiempo (qui mi fermo… non serve che vada oltre).

C’è un infinito bisogno di diritto al delirio come di un risveglio – anche - senza sogni – magari –, fin tanto che si possano ancora muovere le gambe sotto le lenzuola e il frusciare sulla pelle ci lasci immaginare una briciola di bellezza che ci aspetta di là, perchè è certa. Anche se spesso sembra giocare a nascondino.

Se questo è un gioco di resistenza, io gioco duro. Gioco seriamente, perché così si deve fare sempre. Poi tu vienimi pure a brontolare quando mi arrabbio e proteggo i miei pensieri tristi con la caparbietà che si addice solo a una donna. Avevi detto tu che se un dolore rimane, a volte, è solo perché diventa il segno di un legame che non si vuol tradire a prezzo della vita.

Qui io ora.

Amo le poesie lette nell’orecchio, fare a pallate di neve nel pieno della notte quando tutti dormono o sono persi nelle ovvietà e nelle stupide forzature di risate sgraziate, senza intelligenza. Sento che non sono cattiva anche quando me lo urlano in faccia. Sento che c’è da commuoversi per il calore di poche cose. C’è da non fermarsi, nonostante il vizio di odio che qualche volta ci prende e ci lascia immobili a guardare le parole che non arrivano. Dovremmo così inventarci noi le strade per farle arrivare fin qui.

‘’Mi racconti una cosa bella? Quella che vuoi’’. Ecco. Io giocavo seriamente… Anche allora.

Sempre.

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